Nei primi anni del 1560, infatti, Giorgio Santacroce, ricevuto il feudo in donazione dalla famiglia Orsini, chiamò Oriolo il nuovo insediamento sorto dal disboscamento del 1560. Il signore invitò nelle sue terre contadini e boscaioli, detti "capannari", provenienti soprattutto dalla Toscana e dall'Umbria, da Pistoia e Siena in particolare. Concesse enfiteusi e mise a disposizione case per gli abitanti con l'obbligo di disboscare macchie e di coltivare terre, corrispondendo il "quinto" di quanto raccolto.
L'origine umbra dei primi abitanti di Oriolo, risulta ancora oggi, a distanza di secoli, in talune inflessioni dialettali, usi culinari e folcloristici che si possono osservare nell'attuale popolazione[2]
Nel 1606 il feudo ritornò alla famiglia Orsini che nel 1671 lo vendette alla famiglia Altieri. Il feudo restò agli Altieri fino al 1922, anno in cui fu definitivamente smembrato in base alle leggi che facilitavano l'affrancamento degli "usi civici". L'Università agraria, associazione di contadini residenti nata nei primi anni del Novecento in seguito all'emanazione di una legge nazionale, distribuì gli usi civici delle terre affrancate ai residenti, mantenendo l'unitarietà dei terreni.
Oggi l'ente Università agraria, i cui organi amministrativi sono eletti da tutti i residenti, controlla e gestisce tutto il comprensorio agricolo di Oriolo. Nei primi decenni del secolo, inoltre, ha partecipato con i suoi fondi alla costruzione dell'edificio scolastico, alla ristrutturazione dell'ambulatorio medico di proprietà comunale, e ha sostenuto finanziariamente famiglie disagiate.
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